Il red carpet di Dayane Mello e Giulia Salemi a Venezia non è piaciuto a nessuno.
Tutti i rotocalchi ne hanno parlato ma nessuno ha avuto parole positive. Nemmeno sui profili social personali le due hanno avuto sostegno: massacrate senza pietà, tanto che entrambe si sono sentite in dovere di giustificarsi.
“Quelli che mi conoscono sanno che non ha mai dato prove particolari di esibizionismo. Per alcuni mi rendo conto che potremmo avere esagerato e che la passerella invece che gioiosa può essere risultata volgare ma per molti no. Mi scuso con quelli che sono rimasti colpiti negativamente da questa passerella. E accetto tutte le critiche COSTRUTTIVE ma questa è la mia vita” ha scritto Giulia Salemi.
“Quando sei su un tapetto rosso diventi una principessa e alle principesse nessuno si é mai permesso di dire come dovrebbero vestirsi o svestirsi….” ha postato Dayane Mello.
Non è la prima volta che spacchi vertiginosi vengono esibiti sul red carpet, scoprendo, più o meno involontariamente, parti che dovrebbero rimanere intime.
I precedenti si sprecano: dalla scandalosa ma indimenticabile scalinata di Belen Rodriguez al Festival di Sanremo, alla passeggiata sensuale di Bella Hadid al Festival di Cannes di quest’anno, a Nina Agdal giusto pochi giorni fa.
Ma in questo caso la provocazione è scaduta nella volgarità. La colpa del flop è degli abiti di Matteo Evandro Manzini? Solo in parte. Certo, gli spacchi erano estremi e i colori volutamente appariscenti. Ma niente che non sia già stato visto.
Forse la misura è colma e probabilmente le due soubrette non avevano lo “spessore” per concedersi questo gesto. Di sicuro, Dayane Mello e Giulia Salemi hanno calcato la mano. Esagerando i gesti, forzando l’andatura, aprendo sconsideratamente laddove era già spalancato. Estremizzando in maniera eccessiva qualcosa che andava proposto con leggerezza. O meglio, accuratamente evitato.
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